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L'esponente Pd: "Dell'Italia all'estero oggi si ride". Secca la

replica del ministro degli Esteri: "Orgoglioso del mio Paese"

Stampa estera, scontro Frattini-D'Alema

"La sinistra tesse una rete di odio"

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2008-06-04

EDITORIALE

Omissioni

e sottomissioni

di GIUSEPPE D'AVANZO

Berlusconi dice a Porta a porta che tornerebbe alla festa di compleanno di Casoria. Il premier finge di non capire, e non stupisce. Come non meraviglia che, in un servizio pubblico radiotelevisivo addomesticato, non c'è voce che gli replichi che la questione non è la partecipazione a una festa di compleanno, né tantomeno il luogo in cui si è svolta - una degradata periferia metropolitana - ma la frequentazione che un uomo di 73 anni, chiamato alla guida del paese, ha intrattenuto con una minorenne.

Quando è nato quel rapporto? Come? Quale natura ha assunto nel corso del tempo?

L'ultima volta che lo si vide seduto nelle poltrone bianche del talk show - un mese fa, era il 5 maggio - il capo del governo volle affrontare la questione nei dettagli. Ne profuse a piene mani. Gli bruciava l'accusa di Veronica Lario: "Frequenta minorenni". Il Cavaliere lo escluse: non frequento minorenni, sono andato a quella festa - disse e giurò - per discutere con il padre della ragazza delle candidature delle europee di due personalità del Pdl meridionale perché - spiegò - l'amicizia con il padre della ragazza era antica e politica.

La ricostruzione era palesemente falsa. Con il passare dei giorni la natura politica dell'amicizia del Cavaliere con il padre della ragazza è stata dimenticata. Da Berlusconi, dal padre della ragazza, da osservatori che è difficile definire ostinati. Il presidente del Consiglio mette insieme in fretta una nuova versione: conosco i genitori della ragazza e in tre, quattro occasioni ho incontrato anche la ragazza, sempre in loro presenza.

Si scopre che non è vero. La ragazza è sola quando il capo del governo la invita a Villa Madama e poi, in Sardegna, a Villa Certosa per dieci giorni a cavallo del Capodanno 2009. La rivelazione viene dall'ex-fidanzato della ragazza e il premier è costretto a smentire se stesso ammettendo di aver avuto accanto la ragazza, senza i genitori. Il ragazzo racconta di più: il presidente del Consiglio in un pomeriggio dell'autunno 2008 telefonò alla minorenne, ne elogiò il "viso angelico", la invitò a conservare la "purezza". Così un uomo anziano, a capo di un governo e abusando del suo potere, entrò nella vita di una minorenne sorpresa, quel pomeriggio, a fare i compiti.

Pur intimidito, minacciato, preso in trappola, il povero ragazzo non ha mai negato questi suoi ricordi proclamando sempre di "aver detto soltanto la verità". C'era e c'è materia per proporre qualche domanda a Silvio Berlusconi. Repubblica lo ha fatto e oggi il premier dice che "non c'è niente a cui rispondere" perché ha "risposto all'unica domanda che si poteva fare a un presidente del Consiglio e cioè che non c'era nulla che mi avrebbe impedito di andare alla festa". Era quella la domanda?

Ora, è sorprendente che nello stesso studio, dinanzi allo stesso conduttore, probabilmente dinanzi allo stesso pubblico, il presidente del Consiglio racconti un'altra storia a fronte delle due menzogne che, in pubblico e giurando, ha inflitto all'opinione pubblica: non è vero che non frequenta minorenni (ha dovuto ammetterlo dinanzi all'evidenza e alle confessioni della ragazza); non è vero che è volato a Napoli per discutere con il padre della ragazza di politica (come ha dovuto ammettere egli stesso come il padre della ragazza).

Si può concludere che Berlusconi sia un bugiardo. Molti non si sorprenderanno di questa conclusione. Dovremmo invece tutti sorprenderci delle omissioni e delle sottomissioni che accolgono le bugie di Berlusconi. Si comprende come i media controllati direttamente e indirettamente dal presidente del Consiglio si occupino d'altro aggredendo con una campagna di calunnie tutti coloro che si arrischiano a ricordare le contraddizioni delle versioni, via via, messe insieme dal premier. Non si comprende, al contrario, come i media che definiscono se stessi indipendenti non tengano conto di quel che ascoltano e leggono omettendo di raccontare ai propri lettori anche soltanto una - una, almeno - delle pasticciate incoerenze del premier.

Si scorge di peggio al capitolo "sottomissione". Un settimanale, house organ di Casa Berlusconi, spedisce un redattore da un fotografo che, si sa, ha delle immagini "interessanti" scattate illegalmente all'interno di Villa Certosa e legalmente all'aeroporto di Olbia (dove aerei di Stato trasportano musici e ballerine che renderanno allegre le serata a Punta Lada). Il fotografo avvia una trattativa che è una finta trattativa perché serve soltanto a segnalare all'avvocato del premier (Niccolò Ghedini) l'esistenza di quelle foto e a consentirgli di averne in mano qualche esemplare, di chiedere il sequestro di tutte con un atto di urgenza. L'avvocato avrebbe dovuto presentare la sua richiesta alla magistratura di Tempio Pausania, ma a Ghedini quell'ufficio non garba. Già gli ha dato torto in un'altra occasione. Quello stesso fotografo aveva immortalato cinque ragazze sedute sulle gambe del premier e quella magistratura aveva chiesto l'archiviazione per il ficcanaso. Niente Tempo Pausania, allora. Ghedini presenta la sua richiesta urgente di sequestro alla procura di Roma che, con la velocità della luce, la concede salvo poi dichiararsi incompetente e spedire il fascicolo a Tempio Pausania.

La manovra ha il suo esito positivo per Berlusconi. Quelle foto non potranno essere pubblicate (oggi, dice che sono pubblicabili: e allora perché chiederne il sequestro?). Non finisce qui. La procura della Capitale decide di vagliare se c'è abuso di ufficio o peculato nei voli di Stato utilizzati da musici e ballerine. In via prioritaria si dovrebbe accertare se a bordo di quei voli non ci fossero ministri, ciambellani di governo o addirittura il capo del governo. Una rapida scorsa ai "piani di volo" avrebbe consentito di levarsi la curiosità perché, se a bordo c'era quel giorno, per quel volo, un ministro o il presidente del consiglio, sarebbe difficile ipotizzare l'abuso di ufficio o il peculato. La presenza di "estranei" agli affari di Stato sarebbe certo impropria, ma da un punto di vista penale quale potrebbe essere il reato se non c'è aggravio per l'erario? La procura, solitamente lesta come un plantigrado, decide di muoversi con la rapidità di un velociraptor e, a tre giorni da un voto, iscrive Silvio Berlusconi nel registro degli indagati. La mossa, inutile da un punto processuale (il premier si è fabbricato l'impunità) ma necessaria come oggi ci spiegherà qualche toga lambiccando nel minuto, sarà vantaggiosa soltanto per il presidente del Consiglio che, da giorni, invoca un provvedimento della magistratura per rispolverare il vecchio armamentario del complotto mediatico-giudiziario che tanta fortuna gli porta nelle competizioni elettorali.

Tiriamo una conclusione per nulla allegra. Berlusconi, a quanto pare, può mentire come meglio crede. Pare che abbia il diritto di farlo. In modo incondizionato. Chi dovrebbe ricordargli che c'è un limite, anche alla nostra credulità, omette di farlo. Altri si sottomettono alle sue strategie consentendogli di uscire dall'angolo imbarazzante in cui s'era cacciato da solo. È questa l'Italia di oggi? Vedete del gossip in questa storia o anche la trama fragile di una democrazia senza contrappesi?

(4 giugno 2009)

 

 

 

 

 

"Berlusconi si scaglia contro chi viola la privacy, ma lui ha creato la politica show"

Su Stern il premier-Cesare: "Ovunque la soap sarebbe finita in dimissioni, non in Italia"

Sueddeutsche: "Privato e politico"

su Open Democracy il disagio degli italiani

Valanga di risposte sul sito del think tank britannico

che ha pubblicato le sue "dieci domande" al premier

Sueddeutsche: "Privato e politico" su Open Democracy il disagio degli italiani

La copertina di Stern

Del caso Berlusconi si occupa oggi la Sueddeutsche Zeitung con il vistoso articolo al centro della pagina editoriali. "Il privato come politico", s'intitola il commento di Hans-Juergen Jakobs. Scrive: "Per anni il politico populista di destra non ha mai temuto di sfruttare la sua vita personale al servizio del suo potere e del suo ego. Per questo appare oggi grottesco che egli combatta contro i fotografi... quanto può essere privato un politico che con tanto amore si denuda e mette in scena se stesso davanti al popolo? La risposta è semplice: non può esserlo.

"Chi si mette sul mercato con ogni mezzo e si espone in spettacolo così volentieri - continua la SZ - ha spostato da solo pesi e misure. Chi confonde vino, donne e canzoni con le public relations di un governo non può aspettarsi di essere un giorno onorato nel Pantheon con un busto come statista... in Italia il dibattito è serio come fu su Clinton negli Usa: il capo del governo mente? ... e così il presidente del Consiglio così vicino agli show e alle showgirl alla fine è riuscito a ricordare un vecchio slogan del Sessantotto: il privato è politico".

Il quotidiano pubblica anche una vignetta in cui Berlusconi è raffigurato mentre con in mano una rete acchiappafarfalle cerca di afferrare foto-santini di donne nude che volano nell'aria. Il titolo della vignetta è "Sammler aus Leidenschaft", cioè collezionista per passione.

E domani alla vicenda è dedicata anche la copertina e un ampio servizio del settimanale tedesco Stern, in edicola domani. Un Berlusconi sorridente in versione Giulio Cesare domina la copertina sotto il titolo "Italien.Macht & amore" ("Italia. Potere e amore"). Sottotitolo: "Come Berlusconi governa il nostro paese delle vacanze preferito". A campeggiare sulla copertina l'immagine di un busto in cui il volto di Cesare è stato sostituito con quello di Berlusconi, con tanto di corona d'alloro sulla testa. Sotto, le immagini di Veronica Lario, Angela Sozio (la "rossa" del GF, ripresa in topless), Valeria Marini, Noemi Letizia, Mara Carfagna (in versione calendario) e Aida Yespica.

Il settimanale, a proposito della storia di Noemi e dei suoi contatti col premier, parla di una "soap opera". In questo inizio d'estate in italia "in alcuni giorni uno non sa se si trova all'interno di uno show pomeridiano di canale 5 o nella vita reale. La soap va avanti 24 ore su 24, su tutti i canali, su tutti i giornali. Se la saga di Noemi fosse successa in un altro paese sarebbe finita da un pezzo, il premier si sarebbe dovuto dimettere dopo la prima affermazione che si fosse rivelata falsa", scrive il settimanale, che aggiunge: "Dimissioni? per niente (in italiano nel testo, ndr), non in Italia".

Open Democracy. Il sito del think tank britannico, che il 1 giugno ha pubblicato le sue "altre dieci domande a Silvio Berlusconi", sta facendo il pieno di feedback da parte dei lettori. Decine di risposte al post di Geoff Andrews, esperto di politica italiana. Quel che colpisce, in primo luogo, è che si tratta in larga misura di italiani, alcuni residenti in Gran Bretagna altri no. Come se, scrive Charles Lambert, "in Italia mancasse uno spazio di questo tipo, dove le opinioni possano essere diffuse" mentre gli stranieri si curano poco della vicenda perché "l'uomo ha già screditato la posizione del paese nel mondo a un punto tale che nessuno si cura ormai più dell'Italia". Rosa, da Londra, lancia il suo "grido" via internet: "Voglio essere libera. E' un concetto così difficile, pensiamo di esserlo già e per questo in Italia lo votano ancora (...) Forse hanno dimenticato cosa significhi la vera libertà". C'è chi va giù duro e definisce gli italiani "popolo storicamente ineducato alla democrazia" e dunque abituato a politici che non rispondono a nulla e di nulla. "Thunder Cat" riprende la definizione data da Time di "Berlusconistan" e aggiunge: "Qui i fatti non contano più, la verità non è importante". Una sindrome da "assedio" - e molti citano le inchieste di Repubblica come unico esempio alternativo - sembra dominare i lettori di Open Democracy: "Abbiamo bisogno di aiuto dall'esterno per liberarci di questo incubo politico. Meritiamo il cambiamento".

(3 giugno 2009) Tutti gli articoli di politica

 

 

 

 

 

 

 

 

L'esponente Pd: "Dell'Italia all'estero oggi si ride". Secca la

replica del ministro degli Esteri: "Orgoglioso del mio Paese"

Stampa estera, scontro Frattini-D'Alema

"La sinistra tesse una rete di odio"

Stampa estera, scontro Frattini-D'Alema "La sinistra tesse una rete di odio"

Massimo D'Alema

ROMA - E' scontro fra Massimo D'Alema e Franco Frattini. Parlando a Napoli D'Alema ha detto che all'estero dell'Italia oggi si ride, come "laboratorio della grettezza". Secca e pronta la risposta del ministro degli Esteri, che si è detto "orgoglioso di essere italiano" ed ha accusato la sinistra di denigrare l'immagine del Paese all'estero, ordendo una rete internazionale ostile.

D'Alema ha dedicato un passaggio del suo intervento a Napoli al prestigio del Paese, che si "evince" dai giornali stranieri. La stampa estera dice la verità, ha aggiunto, perchè il Presidente del Consiglio non può nominarne i direttori. "Siamo in una posizione in cui - ha detto - il prestigio del nostro governo è quello che si può evincere dalla lettura di giornali internazionali come il Times e l'Economist: quello è. Lì non arriva, quei direttori non li può nominare lui, quindi scrivono la verità".

"Lo dico perchè questo è un fatto doloroso. Quando i nostri ragazzi - prosegue D'Alema - andranno a fare l'Erasmus si troveranno di fronte dei coetanei che leggono quei giornali. 'Ah, tu vieni dall'Italia?', la prima reazione è che si mettono a ridere. Purtroppo è così. E' un dato della realtà. E' un peso sulle spalle di questo Paese la mancanza di prestigio e di credibilità".

Di opposto parere il ministro degli Esteri, che replica: "Io sono orgoglioso di essere italiano, perchè l'Italia è un Paese fatto da uomini e donne coraggiosi. Nessun italiano dovrebbe ridere del fatto che qualcuno all'estero ride dell'Italia", aggiunge.

E attacca: "La sinistra, che non ha nè identità, nè cuore, nè anima, gioca denigrando e irridendo l'immagine dell'Italia nel mondo. Questo - ha chiarito - è inaccettabile". Frattini punta il dito contro l'utilizzo della stampa: "Si pubblicano articoli in Italia, vengono tradotti in inglese e inviati nelle redazioni di Londra e Bruxelles, e quindi ripubblicati in Italia creando una rete promossa da italiani nemici dell'Italia nel mondo, una rete di stampa internazionale ostile al governo di Roma". Il ministro risponde poi direttamente a Massimo D'Alema: "Io mi sarei vergognato di dire una cosa del genere - ha detto Frattini -. Nessun italiano dovrebbe scherzare sul fatto che qualcuno fuori ride del proprio Paese. Noi abbiamo il dovere di dire che l'Italia è fatta di donne e uomini coraggiosi, di esserne orgogliosi".

(3 giugno 2009)

L'UNITA'

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2009-06-03

 

 

 

 

 

 

 

il SOLE 24 ORE

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2009-06-03

Caso Noemi. Il Times: "papi" era il nome in codice usato dalle ospiti di Berlusconi

3 giugno 2009

"Papi", chiamatemi "Papi". Parafrasando Fleming, è il nome in codice che le "papi-girls" (presentatrici televisive, aspiranti attrici e showgirl) avrebbero usato per chiamare il presidente del consiglio, Silvio Berlusconi, al telefono. La rivelazione arriva dal prestigioso Times. Il quotidiano britannico, che con questo articolo dell'inviato a Roma Richard Owen, dimostra di non voler mollare la presa "sull'affaire Noemi", scrive che il nome in codice serviva ad evitare che il premier venisse identificato in caso di intercettazioni telefoniche.

Riporta poi il giornale come ulteriori dettagli sulla vicenda stiano emergendo dalle foto scattate dal fotoreporter sardo, Antonello Zappadu, nel parco di Villa Certosa, e sequestrate dall'autorità giudiziaria su richiesta del premier. Segnala poi il quotidiano come la prossima settimana verrà pubblicato il libro della show girl, Elisa Alloro, in difesa di Berlusconi. Il libro, dal titolo Noi, le ragazze di Silvio, (in inglese incisivamente tradotto Silvio's girls) per i tipi di Aliberti, è una sorta di lunga lettera a Veronica Lario (Choderlos de Laclos docet?, ndr). Il volume sarà in libreria la prossima settimana.

L'articolo del Times arriva dopo gli editoriali dello stesso giornale - e non solo - sul tema. Giornale che nelle pagine interne, a firma di Mary Beard, arriva - in un articolo dal titolo La storia dirà se l'imperatore è nudo - ad una pesante analogia con l'imperatore Tiberio, passato alla storia per le sue intemperanze sessuali (che regnò dal 14 al 37, succedendo ad Augusto, assunto a modello da Mussolini). L'imperatore su cui si scagliarono gli strali di Tacito e Svetonio, secondo la giornalista puo' essere accomunato al primo ministro anche dalla passione per un'isola: non Capri ma la Sardegna. (S.Bio.)

Sull'Unità le foto del cantante Apicella sull'aereo di Stato

Caso Berlusconi/Noemi, il Times:"La maschera del clown cade"

3 giugno 2009

 

 

 

 

Berlusconi: "Mollare? Non ci penso proprio"

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2 giugno 2009

"Dai nostri archivi"

Voli di Stato, Berlusconi indagato. Ma è "atto dovuto"

Voli di Stato, Berlusconi indagato. Ma è "atto dovuto"

Caso Noemi. Il Times: "papi" era il nome in codice usato dalle ospiti di Berlusconi

Napolitano: "I valori della Costituzione come guida per un'Italia più coesa"

Caso Mills, Berlusconi: "sono vicino a scoppiare"

"Mollare? Non ci penso proprio, sono solo all'inizio". Così il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, ha risposto a una signora che lo invitava a "non mollare", al termine della cerimonia all'Altare della Patria in occasione della Festa della Repubblica. Il premier ha fatto ritorno a piedi a palazzo Grazioli fermandosi a salutare e a stringere le mani dei cittadini in piazza Venezia.

Un bimbo lo invita al compleanno: "Meglio se ti faccio gli auguri qui". Poi è tornato a ironizzare sulla festa di compleanno di Noemi Letizia a Casoria. Nel salutare il premier, un ragazzino di 7-8 anni ha detto che a breve ci sarebbe stato il suo compleanno. E Berlusconi, sorridendo, ha risposto: "Sai cosa? Andare alle feste di compleanno e ai battesimi in questo periodo non butta bene: chissà cosa si inventano. Allora è meglio se ti faccio gli auguri qui". Risata della mamma e nuova domanda del Cavaliere: "Come ti chiami?". Francesco, ha risposto il ragazzino. "Bellissimo nome" ha replicato Berlusconi, aggiungendo: "Comunque scrivimi una lettera, non si sa mai...".

Berlusconi in ritardo alla parata. Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi è giunto alla parata con un quarto d'ora di ritardo. Fonti del governo hanno spiegato il ritardo con una serie di telefonate istituzionali ricevute dal premier in occasione della ricorrenza del 2 giugno, mentre il ministro della Difesa Ignazio La Russa ha detto che il ritardo del premier è stato causato dal torcicollo e dalla necessità di farsi una iniezione. "Da qualche tempo - ha spiegato La Russa - il torcicollo affligge il presidente del Consiglio. Il Capo dello Stato lo avevamo informato ed è stato molto carino con Berlusconi, gli ha detto di riguardarsi, ed è stato molto affettuoso. Tra loro c'è stato uno scambio di battute".

2 giugno 2009

 

 

 

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